Il 3 Ottobre ha preso il via lo sgombero della palazzina di via Pianezza 115, che occupavamo ormai dal 18 Novembre 2017. Certamente non un epilogo di questa esperienza politica. Anzi. Un nuovo capitolo che si apre, altri futuri da scoprire, conflittualità da continuare a coltivare. Di seguito, proviamo a raccontare brevemente i fatti di queste straordinarie giornate. Per quello che accadrà in futuro, invece, dai un occhio qui. A fondo pagina, sono presenti invece i comunicati che abbiamo prodotto (e quello della Palestra Popolare Iris Versari) in questo periodo.
LUNEDI’ 3 OTTOBRE:
Ore 5 e 30, gira il messaggio. C’è stupore. Da una parte, chi sceglie di conquistarsi spazi di libertà occupando mette in conto che possa succedere. Dall’altra, riuscire a strappare 5 anni aveva fatto credere che quell’esperienza sarebbe potuta durare ancora a lungo. La polizia ha già fatto ingresso nello stabile di Via Pianezza 115 ed ha bloccato l’accesso al cortile da tutti i lati con le camionette. Lo sgombero è iniziato.
PER APPROFONDIRE ASCOLTA LA DIRETTA DEL 3/10 SU RADIO ONDA ROSSA:
I pochi compagni all’interno della palazzina non hanno il tempo di mettere in atto pratiche di resistenza. La mattinata si risolve con uno sgombero particolarmente soft, se così si può dire per una pratica intrinsecamente violenta. Il tam tam richiama fin da subito tantissime persone, ma l’unica cosa che si può fare e dare una mano a raccogliere i pezzi di 5 anni di progetti, lavori, spazi aperti, attività. Qualcuno fa un passaggio al mercato di quartiere, in Corso Cincinnato, per comunicare con i vicini, poi si lancia appuntamento per la sera, nel cortile di radio Blackout per confrontarsi sulla risposta da dare.
All’appuntamento accorrono diverse centinaia di persone, che lanciano una prima settimana di mobilitazioni nella piazza di fronte alla palazzina di Via Pianezza 115, poi partono in corteo per una prima, spontanea risposta all’ennesimo atto di repressione in città.
MARTEDI’ 4 OTTOBRE:
La Palestra Popolare Iris Versari invita le altre realtà di sport popolare a partecipare ad un allenamento condiviso nella piazzetta davanti all’Edera. Intanto sono iniziati i lavori di “messa in sicurezza dello stabile”: i muratori stanno murando porte e finestre della palazzina, tra l’altro vincolata per il pregio architettonico. Una lampante testimonianza, se ancora ce ne fosse bisogno, dell’ipocrisia della retorica istituzionale secondo la quale gli sgomberi restituiscono gli immobili alla comunità. Un altro granello del deserto che chi comanda ha stabilito siano i nostri quartieri.
PER APPROFONDIRE ASCOLTA LA DIRETTA DEL 4/10 SU RADIO BLACKOUT:
MERCOLEDI’ 5 OTTOBRE:
Nei baretti di zona si chiacchiera di quanto accaduto. Le sensazioni sono contrastanti. Le camionette in piazza non fanno piacere a nessuno, ma tanti abitanti del quartiere si limitano a commentare a voce bassa. Meglio non esporsi, prima o poi andranno via, tornerà tutto “normale”. Altri mostrano affetto e solidarietà in modo più aperto. In tanti, fuorviati da quanto riportato sui giornali, credono che lo stabile sia stato acquistato da un nuovo proprietario. Niente di tutto ciò: la palazzina è ancora nelle mani del C.R.E.A., l’ente pubblico responsabile dell’abbandono dell’immobile qualche anno prima dell’occupazione. Ancora una volta, lo sgombero ci appare figlio di certe scelte politiche, più che di prospettive di riutilizzo dell’immobile.
In circa 150 ci si trova in assemblea al centro della piazzetta. Come di consueto, tante idee e confuse, ma i confronti fortificano un sentire comune: hanno reciso l’Edera dalla palazzina di Via Pianezza 115, l’Edera sarà ovunque.
GIOVEDI’ 6 OTTOBRE:
La politica da una parte, il quartiere reale dall’altra. Secondo il presidente di circoscrizione Crescimanno (Fratelli d’Italia) lo sgombero riporta ordine e sicurezza. Non la pensano così le persone degli immediati dintorni della palazzina, similmente alcune realtà sociali attive nel quartiere prendono posizioni diametralmente opposte a quelle dei governanti (ad esempio questa). In piazzetta la serata scorre tranquilla sulle note di un dj set, ma viene all’improvviso ravvivata dall’arrivo della Critical Mass.
VENERDI’ 7 OTTOBRE:
Aria, trasmissione su Radio Blackout nata per mandare messaggi di solidarietà ai detenuti ed alle detenute del carcere delle Vallette, trasmette in diretta dai giardini di Via Oglianico. A seguire, ci si sposta sotto le mura del carcere per un breve saluto. Ancora un messaggio chiaro in risposta allo sgombero: le lotte che si organizzavano dentro l’Edera non si fermano. Intanto i messaggi di
solidarietà si moltiplicano: Torino, Roma, Berlino, Parigi, Lugano…..
SABATO 8 OTTOBRE:
Ancora, ostinatamente nelle vie del nostro quartiere, ma non solo. Fin dalla mattina ci si trova al mercato di Corso Cincinnato per raccontare quanto accaduto. In centro in migliaia si muovono per il Free(k) Pride, il cui striscione di apertura ribadisce la solidarietà verso l’Edera. Intanto, nelle via di Lucento un centinaio di persone è partito per un piccolo ma rumoroso corteo. Dopo qualche intervento nei punti più frequentati del quartiere, lo striscione di testa imbocca strada Altessano e si ferma davanti alla polisportiva abbandonata all’incrocio con via Sansovino. Poco dopo, nello stupore e disappunto degli agenti della DIGOS, il cancello dell’immobile si apre. Per qualche ora, la struttura, costruita ma mai inaugurata, prende vita grazie agli allenamenti della Palestra Iris Versari ed alla Dynamo Dora Rugby.
L’occupazione è solo temporanea, ma colpisce nel segno. La polisportiva è infatti uno dei simboli della gestione del patrimonio immobiliare nella nostra periferia. Con un investimento di oltre un milione di euro e la costruzione iniziata oltre un decennio fa, rimane una delle tante, tantissime strutture inutilizzate in una periferia priva di servizi, attività, luoghi di incontro e socialità.
LUNEDI’ 10 OTTOBRE:
E’ passata una settimana dallo sgombero, ed il consiglio comunale a guida PD si ritrova per la sua seduta settimanale. Tra i punti, in ODG è presente una mozione dell’opposizione per lo sgombero dell’immobile di Corso Regina 47, aka il Centro Sociale Askatasuna. La maggioranza ne presenta invece una per il “recupero ed il riutilizzo degli immobili comunali occupati”. Il recente sgombero della palazzina di Via Pianezza 115 entra in modo solo collaterale nel dibattito a Palazzo di Città, anche perchè non si tratta di un’immobile di proprietà comunale. Il dibattito è una sincera rappresentazione delle intenzioni, dell’inadeguatezza e dell’ipocrisia di chi detiene il potere a Torino. L’aula vota quasi all’unanimità la fumosa mozione del PD per lo sgombero ed il riutilizzo degli stabili occupati, mentre respinge quella presentata da FdI che individuava più chiaramente l’obiettivo dello sgombero dello storico Centro Sociale di Corso Regina. Insomma, su una cosa sono sostanzialmente tutti d’accordo: sgomberiamo tutti, ma facciamo attenzione a non farlo senza immaginare nuove destinazioni d’uso. Eppure, la Vicesindaca si trova ad ammettere che lo sgombero dell’Asilo Occupato di Via Alessandra del 2019 avvenne senza alcun progetto reale di reimpiego della struttura, nonostante i proclami dell’allora Sindaca pentastellata Appendino, secondo la quale vi sarebbe nata la «casa delle tecnologie emergenti». Non solo, l’amministrazione deve ammettere che ad un anno dal suo insediamento ed a oltre 3 anni dallo sgombero, non è stato ancora emesso alcun bando per l’assegnazione. E come dimenticarsi che, dei tantissimi sgomberi, firmati PD o 5Stelle, avvenuti nell’ultimo decennio, la maggior parte ha aperto la strada unicamente all’abbandono degli stabili.
ASCOLTA IL RESOCONTO DELLA SETTIMANA E LE CONSIDERAZIONI SUL CONSIGLIO COMUNALE DEL 10/10 DALLA DIRETTA CON RADIO BLACKOUT DEL 12/10:
MERCOLEDI’ 12 e GIOVEDI’ 13 OTTOBRE:
Ancora iniziative in piazzetta a Lucento, grazie alle persone ed ai collettivi che, ciascuno a modo suo, danno vita alle iniziative: chi serigrafando magliette, chi riunendosi in assemblea, chi andando a parlare di politica nei dehors del nostro quartiere. Ormai la polizia ha tolto il presidio fisso davanti al cancello di Via Pianezza 115. Infatti, i lavori sulla struttura si sono conclusi in fretta, ed hanno riguardato unicamente la muratura dell’edificio, la distruzione del palco e della torretta della zona concerti esterna e qualche piccolo altro intervento. D’altronde, Digos e celerini ricompaiono in piazzetta ogni qualvolta si lanci un’iniziativa. Poco male.
SABATO 15 e DOMENICA 16 OTTOBRE:
Forse non è proprio il giorno giusto: tolta la gioia che questa data trasmette, la città è piena di eventi, e tentare oggi una risposta di piazza potrebbe non essere l’ideale. O forse meglio così. almeno le guardie c’hanno altro a cui pensare. Fatto sta che ci si prova: in pochi giorni viene lanciata una pedalata in centro contro sgomberi e repressione, e sabato, verso le 15 e 30, in quasi 150 si sono ritrovati in Piazza Castello. La pedalata, anche se non numerosissima, gode però di ampia agibilità e blocca arterie importanti del traffico torinese. Non solo, si riesce a spingere fino a poche decine di metri dal Comune, dove però viene fermata da un cordone di celere. Un passaggio veloce anche di fronte al Centro Sociale Askatasuna, che per la stessa giornata ha lanciato una giornata di musica in strada, in barba ai divieti della Questura. Qualcuno direbbe “Torino è ancora la nostra città”, ed avrebbe ragione: il pomeriggio scivola via tranquillo, la Questura abdica all’esercizio della forza e, senza chiedere permesso, le strade sono nostre.
La biciclettata lascia poi il centro per tornare in periferia Nord Ovest, per un passaggio davanti all’Edera, blindata per l’occasione, e si va a concludere alle Vallette, davanti al Muretto, storico circolo del quartiere abbandonato da anni, come tanti altri edifici nei dintorni.
Il week end continua in Piazza Montale, nel cuore delle Vallette, tra musica, proiezioni, birrette, chiacchiere, un po’ di stanchezza ed una rete di complicità che diventa ogni minuto più forte.
SETTIMANA 17-23 OTTOBRE:
Il cattivo tempo non permette di svolgere alcune iniziative. In compenso continuano ad arrivare messaggi di solidarietà da ogni angolo del pianete: dalla Francia fino a Cile, Polinesia, Svizzera, Giappone, Grecia.
E intanto, non ci fermano gli sgomberi: quattro pugili della Palestra Popolare Iris Versari prendono parte alla partecipatissima riunione di boxe popolare organizzata a Firenze in occasione del compleanno CSA Next Emerson!
MARTEDI’ 25 OTTOBRE:
Non è solo un attacco alle realtà politiche. A Torino si preannuncia un autunno di sfratti, sgomberi di occupazioni abitative, distacchi delle utenze. I temi sociali non fanno più parte dell’agenda della politica istituzionale, prima ed unica priorità è la “sicurezza”. Quantomeno, questo traspare dall’incontro in circoscrizione 5 a cui partecipano, tra gli altri, l’assessore comunale Rosatelli (Sinistra Ecologista) ed il presidente di ATC Bolla per discutere dell’occupazione abusiva di case popolari. Fratelli d’Italia, Sinistra Ecologista, i vigili, ATC: tutti concordi che si debba procedere il prima possibile agli sgomberi delle case occupate, che rappresentano circa l’1% del patrimonio immobiliare di ATC. Nessuno che chieda conto delle migliaia di appartamenti sfitti (circa il 10% del totale). Le cause per le quali oltre il 30% degli assegnatari sia moroso non sono discusse. Per la politica sembra non esistere alcuna emergenza abitativa, tantomeno persone a cui assegnare case. Esistono solo persone a cui toglierla. Per fortuna, qualcuno si organizza per contrastarli. Infatti, nella stessa mattinata diverse decine di persone si erano date appuntamento al Villaggio Santa Caterina, a Lucento, per resistere insieme ad uno sfratto, che infatti viene rimandato dall’ufficiale giudiziario.
VENERDI’ 28 E DOMENICA 30 OTTOBRE:
Ancora e ancora in zona. Venerdì sera ci si trova in piazzetta davanti alla palazzina di Via Pianezza 115 per il primo di una serie di aperitivi benefit per sostenere le iniziative di queste settimane, domenica invece si tengono un torneo di calcio in Piazza Montale ed un presidio al vicino carcere. Infatti, è fresca la notizia dell’ennesimo suicidio nel carcere di Torino, che si aggiunge alle 72 morti che quest’anno si sono susseguite in Italia negli istituti totali che relegano le vite delle persone a punizione e violenza.
COMUNICATI:
Comunicato: Agli abitanti del quartiere
Comunicato Palestra Popolare Iris Versari