Capitolo 1: Case vuote, case occupate, case murate

Trattato di Botanic(A) Infestante
Capitolo 1: Case vuote, case occupate, case murate

Non per decoro, non per un qualche interesse per la struttura, non per “riqualificarla”, non per darle nuova vita. Allo sgombero, in data 13/12, del Fenix, piccolo stabile di due piani all’angolo tra Corso San Maurizio e Via Rossini, non si riesce a trovare una ragione, se non quella di imporre nuovamente la legalità, ed il conseguente abbandono, su uno spazio precedentemente illegale, ma vivo e vissuto. La solerzia di polizia ed operai nel mettersi a servizio della legge e di chi ne fa le veci da queste parti (M5S ed Appendino) raccontano di più del triste servilismo di queste persone. Sono la rappresentazione di istituzioni che impongono l’abbandono, la chiusura, lo svuotamento fisico, culturale e sociale piuttosto che permettere la deviazione dal tracciato della legalità e della normalità di uno spazio autogestito, accessibile e fresco dell’inaugurazione di una biblioteca, già teatro di incontri, distribuzione di materiale informativo, proiezioni, concerti, presentazioni di libri e molto altro.

Purtroppo non c’è da stupirsi. L’abbondono degli spazi rientra perfettamente nella realtà che, in parte volutamente, in parte per incapacità, dipingono le istituzioni e chi ha le redini della modifica della geografia urbana. Torino è piena di spazi vuoti, di cui spesso e volentieri non ci si ricorda neanche quando furono abbandonati, né si sa quando verranno utilizzati nuovamente. Quello di cui ormai si sono resi conto tutti, aldilà delle tempistiche, è il processo che in qualche modo investe tutti questi spazi: l’abbandono prolungato ed in qualche caso voluto; il degrado di quanto era e vi era nello spazio nell’attesa del grosso investimento di un privato o di un’ondata di gentrificazione che porti soldi freschi e nuove prospettive di lucro nel quartiere interessato; un paio di passaggi di proprietà, aste ed appalti; l’abbattimento o il restauro ed infine l’apertura dell’ennesimo supermercato, centro commerciale, palazzone di uffici o condominio o chissà cos’altro. La logica è sempre la stessa: l’importante è, prima o dopo, cavarci sopra un bel po’ di soldi.

Il Fenix difficilmente sarà interessato da progetti ed investimenti a breve: nel dubbio ne sono perciò state murate le porte e le finestre. Un monito per tutti: lasciate vuoti gli spazi vuoti. Vale per tuti: se siete senza casa e ci sono case senza gente, non pensate ad occuparle: iscrivetevi alle liste ATC, aspettate qualche anno, che nel frattempo ci sono i dormitori. Nel caso voleste partecipare alla creazione di spazi autogestiti, dove proporre eventi musicali, culturali ed informativi, fatevene una ragione: non si può, saziate la vostra voglia di musica ed attivismo iscrivendovi all’Arci.

La Torino dei 5 Stelle, goffi venditori di fumo di cui rideremmo non fosse per l’ingenuità con cui si sono fatti abbindolare cittadini e movimenti politici, punta spedita, a colpi di denunce ed operazioni repressive, alla normalizzazione, o meglio all’annientamento, deli spazi occupati. Nelle ultime settimane abbiamo assistito all’inizio dello sgombero delle palazzine del Moi, alle denunce nei confronti degli occupanti dell’Asilo di Via Alessandria, al blitz contro Fenix ed alle richieste di sgombero nei confronti di Manituana e dell’Edera Squat. Se un tempo un paonazzo Beppe Grillo urlava nelle piazze di mezza Italia che “l’onestà andrà di moda”, ora le amministrazioni pentastellate avanzano un nuovo slogan, nei loro intenti un dogma: “la legalità andrà di moda”, e la repressione ne sarà lo strumento.

Il potere ci impone di scegliere: la gioia di lottare per qualcosa di altro ed il rischio di subire la violenza di chi comanda, o l’accettazione di una realtà annichilente ed asservita alla speculazione ad alle logiche del profitto, che svuota le nostre vite, i nostri quartieri e gli spazi che viviamo di ogni speranza, possibilità e prospettiva.

Abbiamo preso la nostra scelta. Ribadiamo la nostra solidarietà e complicità a Fenix, e cogliamo l’occasione per fare appello a tutti affinchè la denuncia di sgombero dell’Edera Squat (sporta dalla Circoscrizione 5) non prenda forma.

Non è il colore politico che differenzia l’operato di chi comanda: tutti ugualmente asserviti ad una legalità che è coercizione, tutti in prima fila all’attacco di qualsiasi esempio che possa minare il loro potere. Reprimere le esperienze di autogestione, non tollerare chi fa a meno dell’ombrello-catena della legalità. Per questo il nido del Fenix è stato murato.

Ma, mentre giunte e Questori si susseguono e vengono dimenticati o peggio ricordati come una pagina da dimenticare, Fenix rinasce dalle sue ceneri da 3 decenni, e lo farà ancora.

Una radice in ogni crepa, un’occupazione in ogni casa abbandonata.

18/12/2017