Barcellona – A fianco di chi lotta per la libertà

Ciò che succede a Barcellona e in Spagna richiede solidarietà e analisi a mente fredda, perché c’è molto di più dell’arresto di 8 compagni e compagne.

Abbiamo visto almeno tre settimane di proteste accese e mobilitazioni di massa dopo l’arresto di Pablo Hasél per reati d’opinione, tra cui apologia di terrorismo, per aver contestato la corona e il governo spagnolo. Già questo rischia di creare un precedente ed è pericoloso per chiunque abbia a cuore la libertà, pur non avendo particolari simpatie per la libertà d’espressione della democrazia rappresentativa. A Barcellona la tensione era già alta, visto il ritmo vertiginoso con cui sfratti e sgomberi vanno avanti dall’inizio dell’anno, senza sosta. E viste le precarie condizioni del mondo in cui viviamo, che sforna una crisi dopo l’altra….

La conflittualità è stata alta e diffusa, non riconducibile a uno schema classico militante. È un aspetto che in Europa ancora ci sorprende ma che sta anche iniziando a smettere di stupirci. Per tante notti a migliaia hanno condiviso le strade, le barricate e un gran desiderio di rivalsa contro un’autorità, che evidentemente non legittimano più, se mai l’avessero fatto. Per questo, otto persone prese tra tante rischiano di pagare caro. Le accuse sono pesanti, dal tentato omicidio all’organizzazione criminale.

La ricerca di un capro espiatorio non ci sembra una spiegazione esauriente. Ci sembra piuttosto di intravedere la necessità di disegnare un nemico ordinario, come un movimento politico, laddove non è più l’unico, acchiapparlo nel mucchio e confezionare per l’occasione una punizione esemplare per arrestare l’ondata di proteste che da settimane cresce in modo esponenziale. Lo Stato, se non può governare, regna. E ciò è un evidente segnale di difficoltà.

Non è una novità neanche la brama rapace dei giornali, pronti a sbranare un episodio succulento, decontestualizzandolo. E, noncuranti della propria miseria, sguazzano nelle loro bave se possono servire sul piatto la vita personale della preda del giorno, e non parlare affatto di ciò che, guardando con occhi onesti, richiede attenzione.

La repressione non è una novità, per questo noi saremo sempre dalla parte di chi decide di mettersi in gioco e scegliere quello che è più giusto per la propria libertà.