Un progetto e tre eventi

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Era da tempo che si chiacchierava su due nuove stanze da aprire, su progetti che dessero nuova linfa ad un’ ala della struttura, ad arricchire le prime idee con nuove, intrecciandole ed, a volte, accumulandole senza riuscire a darci concretezza.

Così, infine, ecco le prime tre iniziative per la nascente Biblioteca. Che poi per qualcuno sarà una copisteria, per altri una distro, un’aula studio, uno spazio di condivisione di materiale cartaceo e multimediale. Insomma, c’è ancora tanto spazio per pensare insieme.

 

Intanto vi invitiamo ad una prima cena con libro, per giovedì 28 Marzo. L’idea è che ognuno porti un libro o degli opuscoli, che verranno raccolti al momento della cena.

Vorremmo che portaste il materiale che, se doveste entrare in questo spazio in futuro, ci vorreste trovare, l’opuscolo che vorreste fotocopiare e diffondere, il libro che non andreste a cercare in una classica biblioteca o libreria.

La settimana successiva ci incontreremo nuovamente per una cena con libro, aggiungendo l’invito, per chi fosse interessato, di portare le proprie idee e proposte per il futuro spazio, o anche solo di venire a mettersi d’accordo con le altre persone per dare una mano, alle ore 19.

Infine venerdì 5 si terrà un aperitivo con concertino Jazz di autofinanziamento per lo spazio. Fai girare la voce!

Bellavita – spunti non esaustivi e mai esausti

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La Bellavita è, di fatto, una pratica di condivisione.

Condivisione che va al di là del solo aspetto materiale: non si tratta solo di condividere cibi e bevande, non si tratta solo di non far girare soldi. Si possono scambiare idee, pensieri, proposte, o ancora conoscenze, capacità, esperienza, tempo…

Ciò che differenzia la Bellavita dagli atti spontanei di condivisione è la sua rivendicazione come atto politico: quel che ci si prepone di fare è mettere in condizione di sperimentare QUI E ORA l’autogestione non solo tra chi già la applica o sostiene, partecipando alla vita degli spazi occupati, ma anche a chi vi si affaccia a una serata, a una cena, un giorno a caso, per sbaglio, per desiderio, per bisogno. Che “autogestione” non sia solo una parola che ci timbriamo in fronte o scriviamo a caratteri cubitali ovunque. Che sia visibile e vivibile.

Cosa accadrebbe se, un giorno, entraste in panetteria con un sacco di farina e vi metteste a impastare per tutti? Certamente dopo un momento di sconcerto seguirebbe il ristabilimento dell’ordine: voi fuori, il panettiere di nuovo al “Suo” posto, qualche insulto, e una storiella divertente da raccontare al bar per combattere la noia. (E la farina chi la tiene?)

Ma torniamo a noi. Il primo passo per scoprire che esistono altre strade è il disorientamento:

Dov’è il bar? Chi è il promoter?” (cit.)

Poi si realizza che può esistere una serata senza baristi e clienti (sorvoliamo sul promoter): la Bellavita infatti annienta la logica di venditore/compratore o di erogatore/fruitore di un servizio.

E ci si prende gusto.

Pian piano si insinua nella testa la possibilità di pensare ad altro: un modo di vivere differente, una riunione senza capo ed esecutori, un collettivo senza chi fa la mente e chi fa il braccio, una casa senza proprietario e affittuari…

La Bellavita non nasce dal nulla, ma parte da una critica dell’esistente. La contrapposizione tra la condivisione spontanea, ma voluta e cercata, e il tempo e la forza lavoro venduti per un salario, infatti, è forte.

E proprio perché è così incomprensibile per sua maestà il Capitalismo, la Bellavita è una pratica che ci sembra opportuno portare avanti cercandone un possibile adattamento al terzo millennio, pur consapevoli delle contraddizioni (spesso si condivide ciò che si è appena comprato al supermercato, spesso si finisce comunque per andare a lavorare, non si esplicita abbastanza la rivendicazione politica di questa pratica, e poi finisce la birra, qualcuno piscia sui muri e il giorno dopo tocca comunque pulire).

Per quante parole più o meno approfondite si possano spendere sull’argomento, è fondamentale la pratica. Guardati intorno. Proviamo su noi stessi.