Mese antipsichiatrico, Tutti Pazze!

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Appuntamento anche all’Edera Squat all’interno del mese di informazione e attività antipsichiatriche.

Il 24 marzo 2018, partendo dalle proiezioni di “Corto Shock” e “No Loco”, e dai contributi dei collettivi Camuno (Camap) e Mastrogiovanni ci troveremo per analizzare, riflettere e discutere sulla psichiatria e sulle possibilità di azione antipsichiatrica, nella teoria e nella pratica di aiuto diretto.

Dalle h 20 cena Bellavita (porta quel che vorresti magna’ e beve, e prova il piacere di condividere non solo su Facebook)

A seguire proiezioni, esperienze, dibattito.

Per il programma completo del mese, consulta la locandina!

In Italia oggi si pensa di essersi lasciati alle spalle l’inferno dei manicomi, quei luoghi di tortura, esclusione e prigionia dove per anni sono stati segregati senza tetto, poveri, trasgressori di norme sociali e comportamentali, oppositori politici. La legge 180/1978 ha definitivamente chiuso questi luoghi, così come recentemente la legge n. 81/2014 ha fatto con gli OPG (Ospedali psichiatrici giudiziari), ma a distanza di 40 anni occorre riflettere se sia sufficiente chiudere un luogo fisico, senza intaccarne i presupposti, ossia il concetto stesso di “malattia mentale”,  e senza superare la pratica dell’internamento manicomiale. La legge 180 infatti, nonostante stabilisca che i ricoveri psichiatrici debbano essere volontari, prevede che si possa comunque ricorrere alla coercizione tramite il TSO (trattamento sanitario obbligatorio), che dovrebbe sulla carta essere un’eccezione ma che in realtà è estremamente diffuso e attuato il più delle volte illegalmente.

Ancora oggi la  psichiatria  ha quindi il potere di  giudicare arbitrariamente le persone, etichettandole come “malate” per un loro pensiero e comportamento,  drogarle senza la loro volontà, e imprigionarle all’interno di strutture più piccole, più confortevoli e pulite, capillarmente distribuite sul territorio e con esso più integrate (SPDC/servizi psichiatrici diagnosi e cura/repartini, CSM/centri di salute mentale, case famiglia, cliniche e comunità terapeutiche, REMS/residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza). 

Il manicomio invece di essere chiuso si è diffuso, si è integrato con le altre strutture repressive territoriali, anche sulla spinta della moderna psicofarmacologia e degli interessi del privato sociale. Nei CPR/centri per il rimpatrio (ex CIE) gli psicofarmaci sono nascosti nel cibo, al fine di controllare chimicamente i reclusi per ragioni di sicurezza; nelle carceri vengono somministrati ansiolitici, sedativi e tranquillanti in maniera massiccia, e vengono aperti reparti di osservazione psichiatrica; nelle scuole vengono effettuati screening  e somministrati test per individuare preventivamente le “malattie” e indirizzare le famiglie verso una tempestiva “cura”.

Ma può esserci una possibilità di “cura”,di  riabilitazione e reinserimento sociale senza il consenso, la volontà e la libertà degli individui?  Chi oggi ha la sfortuna di incappare nelle reti della psichiatria, nella sua presa in carico vitalizia da parte del SSN, racconta di rapimenti in repartino, reclusioni prolungate in strutture residenziali, obbligo di cure  (su ricatto di un eventuale TSO), visite e somministrazioni forzate di psicofarmaci.

Così come avrebbe potuto fare Andrea Soldi, colpevole di non aver voluto sottoporsi alla mensile iniezione a lento rilascio (depot) di Haldol – un potente e dannoso neurolettico, che provoca dipendenza e gravi effetti collaterali -, e di aver quindi preso una libera scelta su come volersi curare per stare meglio, e per questo brutalmente strangolato dalla squadra mobile dei vigili urbani il 5 agosto 2015 su una panchina di Piazzale Umbria, a cui si era aggrappato per sfuggire all’ennesima cattura e violenza farmacologica.

Parecchi testimoni hanno visto prendere e stringere per il collo l’uomo fino a farlo diventare cianotico, ammanettarlo e buttarlo privo di vita a testa in giù su una barella, la stessa con la quale è arrivato al pronto soccorso già morto, o comunque in grave scompenso cardiorespiratorio.

Il 27 settembre si è aperto il processo che vede imputati per omicidio colposo i 3 vigili (Stefano Delmonaco, Manuel Vair, Enri Botturi) autori della manovra contenitiva che ha di fatto soffocato l’uomo, e lo psichiatra (dott. Pier Carlo Della Porta) che ha disposto il TSO senza che ci fossero le necessarie condizioni previste dalla legge.

Quella di Andrea non è una storia di malasanità, un errore nell’attuazione di un provvedimento terapeutico, ma è la più tragica conseguenza di pratiche quotidianamente perpetrate dalla psichiatria. Non è neanche un caso isolato di morte per TSO, perché sono in tanti a perdere la vita durante la cattura e soprattutto a causa dell’indiscriminata e ponderosa somministrazione di psicofarmaci. La differenza è che nel caso di Andrea ci sono tanti testimoni, occhi e orecchie di persone che hanno assistito a ciò che mai avrebbero potuto immaginare, visto che la repressione psichiatrica avviene nella solitudine degli utenti, nel silenzio delle loro famiglie, all’interno di reparti chiusi e di luoghi isolati.

 

 

Presentazione de “Una fame instancabile – Partigiani a Torino”

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Sarà la presentazione del libro “Una fame instancabile” ad aprire la 2 giorni contro ogni Fascismo! in programma a Lucento tra il 9 e 10 Febbraio.

In un periodo nel quale alle formazioni di estrema destra viene concessa sempre più agibilità, mentre le istituzioni ed una fetta consistente della cosiddetta società civile si rifanno ad un blando antifascismo di facciata, il racconto, ed il protagonista Silvio, ci riportano alla pratica spontanea e militante dell’opposizione al regime fascista nella Torino degli anni della guerra.

Silvio Borione, il Biund, compie dieci anni pochi giorni dopo il primo bombardamento su Torino. Figlio del quartiere operaio di borgo San Paolo, divide gli anni feroci della guerra tra la sopravvivenza in una città distrutta e una spontanea lotta partigiana, tra la vita di strada e dei cortili e la costante ricerca di sbarazzarsi di quella fame che sente «fin dentro le unghie». Con una buona dose di coraggio e incoscienza, appoggia la Resistenza prendendo parte a sabotaggi, conflitti a fuoco, fughe, attacchi dinamitardi e rapine, in un gioco dove la posta è la vita stessa. Ad animare le sue gesta, sempre e comunque, una “fame instancabile”: il filo conduttore di un’esistenza spesa senza tregua dalla parte giusta della barricata.

La presentazione, con la presenza degli autori, si terrà all’Edera Squat (Via Pianezza 115) venerdì 9 Febbraio alle 18.

«La scuola, la tessera, i bombardamenti, il freddo e la fame, di questo discutevamo con la banda del palazzo. In quel budello di tronchi buttati a casaccio, in quella tana riempita con i nostri corpi, la notte, al chiarore delle candele e dei nostri volti lattei, sognavamo di come sopravvivere, di come difenderci, di come colpirli. Fu così che escogitammo il nostro primo sabotaggio».

2 giorni contro ogni Fascismo!

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Venerdì 9 febbraio 2018 ore 18.00 @Edera Squat
|| Presentazione libro: UNA FAME INSTANCABILE. Partigiani a Torino ||

di Silvio Borione – Giaka RedStar Press Edizioni

SARANNO PRESENTI GLI AUTORI! Raccomandiamo puntualità!

A seguire:
|| CENA BELLAVITA ISTRIANA ||
 Porta quello che vorresti trovare da bere e da mangiare! Se sono ricette tipiche dell’est ancora meglio!!

Sabato 10 febbario 2018 ore 9.00 Corso Cincinnato ang Via Val della Torre [area mercato]
|| COLAZIONEi ||
Colazione, chiacchiere e volantinaggio al mercato di Corso Cincinnato. Porta la tua colazione preferita da condividere con gli/le altr*! Porta cosa vorresti trovare da bere e da mangiare!

ore 15.00 Corso Cincinnato ang Via Val Della Torre
|| CORTEO CONTRO OGNI FASCISMO ||

 Alla fine del corteo @Edera Squat
|| APERITIVO || a sostegno della tre giorni

ore 22.00 @Edera Squat
|| CONCERTO || Ingresso libero bar autofinanziamento
Dirty Artichokes (Folk punk da Torino)
https://dirtyartichokes.bandcamp.com/